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4 giugno 2012

odeporofobia

Il termine odeporofobia (dal greco ὁδοιπορία [hodoiporía], viaggio, e φόβος [phobos], paura), inventato o meglio per poligenesi reinventato da Marco Palasciano, indica la fobia di viaggiare, della quale egli stesso soffre moderatamente.

In treno, per esempio, preferisce non spostarsi senza un accompagnatore per tratte di durata superiore a circa un quarto d'ora (anche per il timore di malesseri, tipo attacco dissenterico). Per i viaggi in aereo gli è necessario un accompagnatore dalla figura protettiva (sulle caratteristiche di tale figura vedi la voce ansia e classi ansiologiche umane), non per aerofobia (della quale non soffre, contrariamente a quanto si potrebbe supporre) ma per l'ansia ispirata dalle procedure di controllo negli aeroporti. Quanto all'automobile, per la fobia degli speronamenti ad alta velocità (sebbene non ne abbia mai agiti né patiti) gli risulta impossibile guidare in autostrada, sulla quale gli è assolutamente necessario un guidatore; le tratte principali che può invece con non troppa ansia (salvo in periodi di particolare malessere fisico o psichico, per es. dolori agli arti inferiori o inquietudine da prestazione artistico-didattica imminente) ricoprire lungo le altre strade stando alla guida della sua Opel Corsa 1000 Viva del 1997 color verde metallizzato, unico veicolo ch'egli sappia guidare (ma, in caso di percorrenze superiori ai 10 km, Palasciano deve essere accompagnato da un passeggero, abile ad aiutarlo a cambiare una ruota in caso di foratura), sono attualmente le seguenti, in ordine d'estensione:

● da Capua centro alla frazione Sant'Angelo in Formis, via IV Novembre (circa 5 km);

● da Capua a Caserta, via Cesare Battisti (circa 12 km attraverso Santa Maria Capua Vetere, Curti, Casapulla e Casagiove);

● da Capua a San Nicola La Strada, piazza Municipio (circa 14 km attraverso Santa Maria Capua Vetere, Curti, Casapulla, Casagiove e Caserta);

● da Capua a Marcianise, via Giulio Foglia (circa 15 km attraverso San Tammaro);

● da Capua a Villa di Briano, piazza Cavour (circa 21 km attraverso San Tammaro, Teverola, Casaluce, Frignano e San Marcellino);

● da Capua a Sant'Antimo, via Romania (circa 23 km attraverso San Tammaro, Teverola, Aversa e Giugliano in Campania);

● da Capua a Castel Volturno, via Marino di Marzano (circa 27 km attraverso Santa Maria La Fossa e Grazzanise).

Da tali dati si evince tra l'altro come, quanto a punti di riferimento, il limite meridionale del suo campo di guida siano le cosiddette Colonne di Giugliano, site in Giugliano in Campania nei pressi dell'incrocio che muta via Colonne in corso Europa: può dunque dirsi, in tal senso, che le Colonne di Giugliano sono le Colonne d'Ercole di Marco Palasciano.

Qualora egli sieda dietro, è anche possibile un attacco di claustrofobia. In passato ve ne sono stati di spaventevoli. Nel caso, l'unica soluzione è fermare immediatamente la vettura per consentire a Palasciano di uscirne e di restare all'aria aperta fino a che si sia ripreso; dopodiché andrà necessariamente fatto sedere davanti (anche a discapito di eventuali persone obese e di quanti esse, trasferendosi dietro, comprimano con la propria mole).

Guai, ovviamente, a fumare in auto: lo fa stare malissimo e lo spinge ad azioni disperate.

Quando si tratti di percorsi a lui non familiari, e con per meta edifici in cui non sia mai stato prima, la sua odeporofobia assume la forma di fobia del luogo d'arrivo, con progressiva intensificazione proporzionalmente al ridursi della distanza. I suoi accompagnatori devono cercare di consolarlo in tutti i modi, per evitare che il suo stato ansioso degeneri in un attacco di panico e in uno shock ipovolemico.

Per i percorsi a piedi, occorre tenere presente la sua gonalgia, che gli impone l'uso d'una ginocchiera (generalmente applicata al ginocchio sinistro, finché non inizia a dolergli quello destro) nel camminare, la cui durata non dovrebbe superare continuativamente il paio d'ore, e soprattutto nel salire e scendere le scale.

Un ulteriore ostacolo ai viaggi di Palasciano, in ispecie nella stagione calda, sono i suoi due colliri per il glaucoma, dei quali uno va conservato a temperatura inferiore ai 25 °C e l'altro a temperatura compresa tra i 2 °C e gli 8 °C, e per instillarsi i quali egli necessita d'acqua atta a lavarsi le mani e d'uno specchio.

Infine, combinandosi con patofobia e rupofobia, l'odeporofobia gli rende impossibile visitare tutti quei paesi del mondo per accedere ai quali sia d'obbligo vaccinarsi (il che presenta il vantaggio d'evitargli le vaccinazioni, avendo egli anche la fobia di iniezioni, prelievi et similia); ma, fortunatamente, Palasciano non nutre in sé il mito dell'Africa o dell'India da visitare a tutti i costi nel corso della vita, e la sua facoltà immaginativa è sufficiente a rendergli godibili tali e altre lontane meraviglie puramente via documentario cinematografico.

Ciononostante, per amore, soprattutto fraterno, egli può superare in blocco tutti i blocchi odeporofobici, e seguirvi in capo al mondo senza paura e con immensa gioia. Quindi, se siete un amico a lui particolarmente caro e invitate tutti quanti a una gita tranne lui, state sicuri che vi segnerà sul libro nero, e che il suo più crudo risentimento vi accompagnerà fino alla fine dei vostri giorni.